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FAQ E SENTENZE

FAQ

SENTENZE

In questa sezione sono disponibili i riferimenti alle principali sentenze in materia di lavoro domestico.

Si tratta di un elenco puramente esemplificatico che non ha alcuna pretesa di essere esaustivo. Consente comunque di ottenere indicazioni sui principali orientamenti della giurisprudenza sulle materie che più spesso rappresentano oggetto di contenzioso.

E’ di aprile del 2015 una sentenza che conferma la legittimità del licenziamento della lavoratrice domestica che rimane incinta.

La sezione lavoro della Cassazione, con la sentenza n. 17433/2015, stabilisce infatti che il licenziamento della lavoratrice incinta non è discriminatorio. In precedenza, la Corte d’Appello di Roma aveva infatti già respinto la richiesta di condanna dei datori di lavoro al pagamento delle retribuzioni dalla data di licenziamento in poi.

La decisione dipende dall’analisi del Decreto Legislativo n. 151 del 2001, il quale all’art. 62 stabilisce che al lavoro domestico si applica la normativa relativa

  • alla tutela della salute (art. 6)
  • all’astensione obbligatoria dal lavoro per cinque mesi (2-3 oppure 1+4) (art. 16)
  • all’astensione anticipata dal lavoro in caso di gravidanza a rischio (art. 17)
  • al trattamento economico e normativo (art. 22)


mentre non si applica la normativa relativa al divieto di licenziamento dalla data di inizio della gravidanza (art. 54).

Insomma la facoltà di licenziamento è stabilita attraverso l’omissione di una previsione.

Per cui, non essendo per legge vietato licenziare in ambito di lavoro domestico – ha concluso la Corte rigettando il ricorso – il licenziamento non può essere considerato illecito o discriminatorio.

La Corte di Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con sentenza n. 22399 del 1 ottobre 2013, stabilisce che la permanenza in casa della presunta colf non è sufficiente a provare l’esistenza di un rapporto di lavoro domestico.

Nel caso specifico, si considera che la permanenza della presunta lavoratrice presso il domicilio del presunto datore di lavoro non implica automaticamente la prestazione di servizi di lavoro domestico.